Il cinema ha la straordinaria capacità di esplorare l’animo umano, rivelando le nostre fragilità più profonde. Family Therapy di Sonja Prosenc non è solo un film sulla disfunzione familiare, ma un viaggio nell’inconscio collettivo, dove la mancanza di empatia diventa il vero nodo esistenziale dei protagonisti. Attraverso una narrazione minimale e una regia controllata, la regista slovena costruisce un’indagine psicologica che sfida lo spettatore a guardarsi dentro.
Family Therapy è una produzione di Monoo (Slovenia), in coproduzione con Incipit Film (Italia), Incitus Film (Norvegia), Living Pictures (Serbia) e Wolfgang&Dolly (Croazia), distribuito da Emerafilm.
La vicenda si sviluppa attorno a una famiglia benestante, chiusa in un’elegante casa di vetro che simboleggia tanto la loro trasparenza quanto la loro prigionia emotiva. L’arrivo di Julien (Aliocha Schneider) agisce come un detonatore, facendo emergere le paure, le nevrosi e i traumi sommersi: Olivia (Katarina Stegnar), una madre che esercita un controllo ossessivo sulla figlia Agata (Mila Bezjak); Aleksander (Mirko Mandić), un padre distante, immerso in sogni irrealizzabili; e Agata stessa, il cui segreto si cela dietro una parrucca, emblema di un’identità in frantumi.
L’ambientazione, immersa nella natura del Friuli Venezia Giulia, amplifica il senso di sospensione e atemporalità. La fotografia incornicia i personaggi in spazi vuoti e silenziosi, evocando la solitudine interiore che li accomuna. Prosenc sceglie di raccontare attraverso sottrazione, eliminando il superfluo per lasciare che siano gli sguardi, i gesti e i non detti a comunicare la profondità emotiva della narrazione.
Dal punto di vista psicologico, Family Therapy è un’opera che interroga il concetto di identità e appartenenza. In un’epoca in cui le relazioni sono spesso caratterizzate da incomunicabilità e isolamento, il film mostra come la famiglia possa diventare tanto un rifugio quanto una gabbia. La mancanza di empatia, tema centrale del film, non è solo una condizione individuale ma un sintomo sociale che ci riguarda tutti.
Sonja Prosenc, con il suo stile rigoroso e la sua attenzione ai dettagli emotivi, dimostra come il cinema possa essere uno strumento di introspezione profonda. Family Therapy non è solo un’opera cinematografica, ma un’esperienza psicoanalitica che ci costringe a riflettere su chi siamo e su come ci relazioniamo con gli altri. Un film che non si limita a raccontare, ma che ci mette di fronte ai nostri stessi specchi interiori.